GERMINAL
Germinal. double solo show with Francesco Bocchini, Cesena, Corte Zavattini, curated by Roberta Bertozzi. 2019
La bi-personale GERMINAL di Francesco Bocchini e Giovanna Caimmi, li unisce nel segno di una riflessione sul paesaggio. Un paesaggio ripreso non tanto nella sua configurazione geografica e spaziale, come somma delle intersezioni umane e naturali, quanto come disegno originale – come una specie di archetipo, di arcimodello. Con questo progetto espositivo ci consegniamo a una totale immersione nel dato di natura. Parliamo di fisica, di meccanica e di genesi biblica – il che, tutto sommato, è parlare dello stesso. Ci addentriamo in un paesaggio organico, storico, biologico, simbolico. Incontriamo l’idea di una natura naturans, di una esteriorità immanente e continua, esclusivamente mossa dallo sforzo di trascendere e realizzare se stessa.
Secondo due soluzioni diametralmente opposte, che tuttavia agiscono come le facce di una identica medaglia, gli artisti incarnano questo paradigma e ne esauriscono, con impressionante sincronicità, le potenzialità teoriche. Perché sia il principio meccanicistico, che troviamo nelle installazioni e nei meccanismi di Bocchini, sia quello organico, così frequente nei disegni su carta di Caimmi, non divergono nella sostanza.
Ciò che entrambi ci restituiscono, per vie diverse e insieme complementari, è una delle idee di natura tra le più classiche che possano esserci. La natura come forza cieca, sola capace di operare secondo un’autonomia legiferante e misteriosa – il suo costituire un crogiolo inestricabile di atti, forme, funzioni, un ordo rerum senza appello alcuno. Il focus centrale dell’esposizione è rappresentato da delle imponenti strutture vegetali, l’installazione metallica Crocefissione Grunewald di Francesco Bocchini e una serie di carte di grandi dimensioni di Giovanna Caimmi. Sono lavori che traducono la proliferazione germinativa dell’elemento naturale, il suo dispiegarsi come una “geografia del profondo”, dove dato paesaggistico, sintesi chimica ed energia meccanica,sempre nel solco di in una incomprensibile, e dunque portentosa, specularità, finiscono per disegnare quello che è il profilo del mondo.
Roberta Bertozzi